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di Mariarosa Rigotti

CASTELFRANCO – Un seducente incontro con il mondo dei burattini che permette di vedere come nasce in toto uno spettacolo e, nel contempo, con l’opera di un artista autentico, geniale e autodidatta. Tutto questo a pochi chilometri dai confini con il Friuli Venezia Giulia, in una città che vale un incontro già di per se stessa: Castelfranco Veneto. Ecco allora “Di qua e di là dal mondo Umani e non umani nei burattini di Bepe Pastrello”. Una rassegna dedicata, dalla sua città natale, al burattinaio autodidatta Luigi “Bepe” Pastrello, ospitata nel Museo Casa Giorgione. Curata da Cristina Grazioli, docente di Storia del teatro all’Università di Padova, attenta studiosa anche di tutto quanto ruota attorno al teatro di figura.

La vernice e il teatrino di Pastrello.

La rassegna offre, ancora fino a domenica prossima, materiale proveniente dal fondo che Pastrello donò alla città castellana; ma la proposta, molto frequentata prima della chiusura temporanea dovuta al Coronavirus e poi riaperta a fine maggio, non finisce qui, infatti, per fine estate dall’amministrazione comunale è stato annunciato un weekend dedicato proprio alla chiusura del progetto e alla presentazione del volume dedicato all’evento stesso.
Va detto che l’importante progetto, oltre al momento prettamente espositivo, in cartellone prevedeva anche altre iniziative (alcune delle quali annullate causa, appunto, pandemia), come laboratori, spettacoli e incontri che hanno visto la partecipazione di studiosi, tra i quali: Alfonso Cipolla, direttore dell’Istituto per i Beni marionettistici e il teatro popolare, di Grugliasco (Torino), e Fernando Marchiori, un nome noto in Friuli Venezia Giulia in quanto direttore artistico, assieme a Roberto Piaggio, del Festival delle Valli del Natisone, il Festival v Nadiških Dolinah.
Momento espositivo spiegato nella sua essenza anche dalla città veneta: «A causa della chiusura imposta dall’ emergenza Covid-19, la mostra ha perso diverse settimane di apertura, e proprio nel momento di massima affluenza di pubblico. Sono state annullate alcune delle attività con le scuole, che avevano registrato il sold out, alcuni spettacoli di burattini e l’importante convegno sulla Convenzione di Faro, programmato con il Consiglio d’Europa. Quest’ultima rappresenta una convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società e a Castelfranco prevedeva la presenza di Luisella Pavan Woofle, direttrice dell’ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa, e di Giovanna Valenzano, prorettrice al patrimonio artistico, musei e biblioteche dell’università di Padova e professore ordinario di Storia dell’arte medievale.

L’autoritratto di Bepe Pastrello.

Tornando al progetto espositivo che è nato per valorizzare il fondo donato dallo stesso artista, oggetto di catalogazione e parziale restauro, va ricordato che lo stesso segue i passi dell’opera di Pastrello «partendo dal processo artigianale di costruzione dei burattini in cartapesta, a guanto o a bastone». Mentre, come ha spiegato la professoressa Grazioli, riguardo alla titolazione dell’evento: «Di qua e di là dal mondo vivono e muoiono le figure fortemente espressive di Pastrello, mescolando, come avviene nei teatrini delle figure, dimensione terrena e ultraterrena, reale e fiabesca». Così, entrando nel dettaglio del percorso espositivo, Cristina Grazioli ha sottolineato che nella sezione centrale è presentata «una variazione sul tema del Diavolo, contrappuntato dalla Morte, che richiama gli inferi dei quali portano tracce Arlecchino e Pulcinella, che introducono altre maschere derivate dalla Commedia dell’Arte. Figure d’invenzione e altre attinte dalla realtà locale dialogano con un gruppo di animali che sbucano dal teatrino di Pastrello, ricostruito per questa occasione». Infine, a chiudere il percorso espositivo è «un burattino-autoritratto. Qui ad oggetti e opere di carattere autobiografico fanno eco tracce della ricezione dell’operato del burattinaio castellano».

Gli attrezzi del mestiere.

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Ma chi era Bepe Pastrello? Nacque a Castelfranco Veneto nel 1906 e vi morì nel 1991. Nello stesso anno della scomparsa, grazie a una donazione, sono stati acquisiti dalla città veneta una larga parte dei burattini e poi fondali, oggetti di scena e di uso quotidiano, strumenti artigianali, dipinti, sculture in cartapesta e documenti. In questo modo, si è costituito il Fondo Bepe Pastrello che fa parte integrante delle civiche collezioni museali. Materiale che è appunto uscito dai depositi dopo un percorso catalografico e un intervento selettivo di restauro. E la mostra, ospitata come detto nella casa che dette i natali al grande maestro della pittura veneta, il Giorgione appunto (a pochi passi il Duomo dove si può ammirare la celeberrima pala), e per le quale è stato ideato anche un video suggestivo, si apre dando la sensazione di entrare proprio nel laboratorio di Pastrello, con il suo tavolo di lavoro, ma anche, accompagnati da canzoni d’epoca, si viene catapultati nell’immaginario di questo burattinaio. Ecco anche foto private, tratte dall’album di famiglia, come l’immagine di Bepe bambino con la sorella e la madre, affiancata al disegno di pugno del burattinaio che riproduce la foto; o una lettera indirizzata all’amministrazione in cui Pastrello parla della volontà di donare la sua raccolta al Comune, o ancora, sculture in cartapesta come la delicata ballerina o i paurosi demoni. Dunque, una finestra spalancata sull’artista, ma anche sull’uomo.

Due vetrine della mostra.

In attesa di quanto in programma per fine estate, va ricordato quanto sottolineato dal direttore del Museo Casa Giorgione, Matteo Melchiorre. Il quale, intanto, ha rimarcato il grande valore del progetto sottolineando che a corollario della mostra «sono state messe in campo molteplici azioni culturali: dallo studio, e l’approfondimento della figura di Bepe Pastrello e del teatro di figura, alle attività per le famiglie e le scuole, oltreché importanti operazioni conservative legate alla valorizzazione del fondo come gli interventi di catalogazione e restauro». Un percorso, come detto, su cui non è stata ancora posta la parola fine. Infatti, Melchiorre ricorda che si sta lavorando all’ edizione del volume che oltre a prevedere un ricco apparato iconografico, proporrà quanto emerso durante le conferenze e pure l’inedito diario di Pastrello».
L’importante evento è stato promosso e organizzato da: Città di Castelfranco Veneto, Assessorato alla Cultura (Città di Castelfranco Veneto – Ufficio stampa), Museo Casa Giorgione, Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto. Invece, il patrocinio è di Regione del Veneto; Provincia di Treviso; Università degli Studi di Padova, Dipartimento dei Beni Culturali, Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema, della Musica, Corsi di Laurea Dams-Spm; Unima Italia Unione internazionale della Marionetta; Il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari.
La mostra durante il fine settimana è aperta dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Infine, da ricordare che, dopo il disallestimento, il museo durante l’estate sarà aperto venerdì sabato e domenica (negli stessi orari citati per la mostra di Pastrello), dando l’opportunità di ammirare il Fregio di Giorgione e l’allestimento permanente.

E un altro scorcio della rassegna.

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In copertina, particolare della bellissima mostra allestita fino a domenica al Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto.

 

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