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di Giuseppe Longo

NIMIS – E così anche questa edizione, singolarissima, dei tradizionali festeggiamenti settembrini di Nimis è passata all’album dei ricordi. Belli, considerando il momento delicato che stiamo vivendo, anche se quest’anno non si è potuta organizzare l’antica “Sagre des Campanelis” – oltre cinque secoli di storia -, sostituita soltanto nella giornata dell’8 settembre da una semplice festa paesana sul prato delle Pianelle, con pranzo e cena sotto il tendone, musica, ginnastica e giochi per i bambini. Quello stesso tendone che per sette giorni si era trasformato in… Santuario al fine di favorire il distanziamento fra i fedeli. E la riuscita migliore di “Madone di Setembar 2020” appartiene proprio alla parte religiosa che non è stata minimamente scalfita dall’osservanza delle rigide prescrizioni anti-contagio. Così, tutto il tradizionale Ottavario ha registrato un’ottima partecipazione alle tre Messe che hanno scandito ogni mattina, alla Messa di ringraziamento per gli sposati proprio alle Pianelle della prima domenica del mese, ma soprattutto ai quattro riti celebrati nella mattinata conclusiva, quella appunto dell’8 settembre, quando ricorreva la grande festa della Natività della Madonna che Giacomo Monai esaltò nel meraviglioso soffitto della Chiesa mariana, andato purtroppo quasi completamente distrutto a causa del sisma del 1976.

Il Coro di Sant’Elena…

… diretto da Serena Vizzutti.

Anche grazie a un tempo splendido, quasi estivo, ha avuto una straordinaria partecipazione – nonostante la giornata, fuorché a Nimis, fosse feriale -, la Messa solenne che ha chiuso l’Ottavario. All’altare allestito sotto il pronao del Santuario, davanti alla scena dell’Apparizione della Beata Vergine, nel 1467, a due taglialegna del posto, monsignor Rizieri De Tina, che aveva accanto il nuovo responsabile legale delle Parrocchie di Nimis e Torlano, don Federico Saracino, e il diacono Diego Mansutti, oltre a diversi sacerdoti, fra i quali don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas diocesana e parroco della vicina Povoletto, e don Carlo Gervasi, titolare di San Marco in Chiavris, a Udine.

L’altare e il tabernacolo col restauro offerto dall’artista Ivano Comelli.

L’omelia, come nelle precedenti Messe e in quelle di tutto l’Ottavario, è stata pronunciata proprio da Mansutti, il quale ha concluso l’analisi che ha offerto giorno per giorno sulla figura della Madre di Cristo e della Chiesa. Prediche, le sue, essenziali che hanno saputo toccare la sensibilità di chi lo ascoltava. D’altra parte, il diacono è benvoluto nei vari paesi del Taipanese, rimasti senza prete, dove svolge con continuità da lungo tempo, nonostante l’avanzare degli anni, un’azione pastorale benemerita. Così è stato apprezzato pure dalla gente di Nimis e dei paesi vicini durante la settimana di preparazione alla festa della Natività e il direttore del consiglio pastorale, Pietro Nocera, ha voluto offrirgli un dono a ricordo di questa sua prima importante esperienza alle Pianelle. La Messa è stata solennizzata dai bravi cantori del Coro di Sant’Elena, diretti da Serena Vizzutti e accompagnati all’organo da Alberto Nocera.

La predica di Diego Mansutti…

… poi ringraziato da Pietro Nocera.

E ora, passata agli archivi questa appunto tutta particolare edizione dei festeggiamenti settembrini, si guarda già al prossimo anno, quando si spera che la pandemia, purtroppo dura ad arrendersi, sia soltanto un brutto ricordo, così da poter tornare alla tanto auspicata normalità, sia per i riti che per la sagra vera e propria. Quest’anno la Pro Nimis ha avuto la lodevole iniziativa di proporre, pur con tutti i suoi limiti, almeno una giornata di festa paesana al fine di mantenere viva la tradizione – encomiabile peraltro la presenza della bancarella Franz, l’unica a essere intervenuta nonostante il mini-programma -, mai interrotta neanche in tempo di guerra o in seguito al terremoto. Ma questo evidentemente non basta: chi ama la “Sagre des Campanelis” si aspetta un suo ritorno in grande stile, proprio per far dimenticare questa difficile esperienza del Coronavirus.

Parte  dei fedeli alla Messa solenne.

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In copertina, monsignor De Tina all’altare allestito sotto il pronao.

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