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Una mostra articolata in nove pannelli, con una introduzione dedicata all’immensa opera speculativa e creativa di Leonardo da Vinci, ispirata al suo “Libro di Pittura”, ha messo in luce una figura poco nota di un illustre cividalese scomparso nel 2015: Alberto Argenton, docente di Pedagogia prima e di Psicologia poi all’Università di Padova. “Arte e psicologia della visione in Leonardo da Vinci con lo sguardo di Alberto Argenton e della Scuola di psicologia della Gestalt dell’Università di Trieste” è il titolo dell’iniziativa realizzata a palazzo de Nordis, a Cividale, per iniziativa dell’Associazione PscicoAttività e dell’Ateneo tergestino con il sostegno della Regione Fvg, del Comune di Cividale e la sponsorizzazione di CiviBank, il cui vicepresidente Andrea Stedile ha portato il saluto all’inaugurazione.
La rassegna, curata da Laura Messina Argenton e Tamara Prest, ha favorito l’accostamento delle opere di Leonardo a quelle di Argenton per individuare i temi comuni e l’impiego di analoghe strategie rappresentative offrendo un percorso conoscitivo inedito dell’opera leonardesca attraverso il legame tra ricerca pittorica e ricerca psicologica sull’arte e sulla percezione visiva. La mostra è giunta a Cividale dopo essere stata presentata a Udine, a Gradisca d’Isonzo, a Palmanova e a Trieste nel novembre scorso.

Alberto Argenton


Al di là delle finalità specialistiche di questa iniziativa, ciò che essa ha rivelato ai più è la figura di un personaggio cividalese, Alberto Argenton appunto, figlio di Silvio, medico in Somalia, e di Elica Sinuelli. Il quale, sin dall’adolescenza, ha modo di coltivare il suo interesse per il disegno e la pittura che lo porterà a partecipare nel 1958 ad una esposizione collettiva di giovani pittori. Argenton, dopo il liceo scientifico frequentato a Mogadiscio dove si trovava con la famiglia, rientra in Italia e si laurea a pieni voti nel 1972 in Filosofia con indirizzo psicopedagogico all’Università di Trieste. Subito dopo inizia la sua carriera accademica all’Università di Padova, città nella quale si trasferisce nel 1977 lasciando la sua residenza cividalese. Tra le sue attività si ricorda la fondazione del CISCA (Centro interdipartimentale di Studi Colore e Arte) dell’ateneo patavino e la conduzione, dal 1973 al 1975, del Centro di attività espressive nell’Ospedale Psichiatrico di Udine. Si spegne a Padova nel 2015 dopo un’improvvisa e implacabile malattia.
Argenton è riconosciuto tra i maggiori esponenti della Psicologia dell’arte ed è autore di importanti studi e saggi scientifici oltre ad aver curato una qualificata attività espositiva in campo artistico a livello nazione con ben 21 mostre personali dal 1970 al 1990. Un sito internet a lui dedicato (www.albertoargenton.it) è consultabile per maggiori approfondimenti sulla sua ricerca scientifica e artistica.

La presentazione della mostra. 

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In copertina, il Ponte del Diavolo in un’opera di Alberto Argenton.

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