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Con l’editoriale del direttore di Limes, Lucio Caracciolo, l’edizione 2020 di R-evolution entra nel cuore dello scacchiere europeo e mediterraneo in rapporto al turnover della Casa Bianca. “Il futuro è Nato? Dall’Alleanza transatlantica all’autonomia strategica” titola l’intervento programmato per domani 4 dicembre, dalle 18, sul sito e sulla pagina facebook del Teatro Verdi di Pordenone: per tutti, liberamente accessibile in un clic. “R-evolution. Cronache dal futuro del mondo” è il format di Lezioni di storia del nostro tempo promosso dal Teatro Verdi Pordenone e curato dall’Associazione Europa Cultura, interamente dedicato al “Turnover” nel pianeta virale. La Digital Edition 2020 trova il sostegno dell’ufficio EuropDirect del Comune di Pordenone e di web partner Esploratori Culturali CGN ed ha il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Tutti gli interventi saranno poi recuperabili sul canale youtube del Teatro Verdi Pordenone. «Grazie alle tecnologie moderne oggi siamo quasi sommersi da informazioni, che fagocitiamo velocemente, passando subito alle successive – osserva Guglielmina Cucci, assessore alle Attività produttive, Turismo e progettazione fondi europei del Comune di Pordenone -. È invece importante trovare il tempo per riflettere e approfondire. R-evolution 2020, con l’autorevolezza e la professionalità dei suoi relatori e relatrici, ci dà l’opportunità di farlo, per comprendere meglio il nostro presente e immaginare il nostro futuro».

«Credo che il riposizionamento degli Stati Uniti in direzione della Nato si profili più di stile che di sostanza – anticipa intanto Lucio Caracciolo, in attesa di approfondire il tema con il suo intervento che sarà proposto anche da Il13 TV nella serata di sabato 5 dicembre, a fine Tg intorno alle 19.45 – Certamente Biden farà le sue aperture agli europei, ma dubito che l’approccio americano verso la Nato cambierà molto, perché si basa sul sentimento dell’opinione pubblica e sulle abitudini degli apparati americani. La Nato – spiega ancora Caracciolo – resterà una sorta di riserva strategica da usare meno possibile, soprattutto in guerra dove sarebbe più un problema che un aiuto». E rispetto al Green Deal? «L’atteggiamento americano è indipendente dal sentimento del presidente – racconta ancora il direttore di Limes –. Credo che noi europei resteremo l’avanguardia del movimento ecologista, almeno a parole, e gli americani la retroguardia che resiste». Diverso il discorso in prospettiva di un riposizionamento sul Mediterraneo: «Oggi ci ritroviamo a confinare, sul canale di Sicilia, con la Russia allungata in Cirenaica e con la Turchia a Tripoli – osserva infine Lucio Caracciolo -. Gli americani hanno considerato finora la Libia come un affare secondario, ma la temperatura è cambiata e forse anche loro adesso dovranno battere un colpo per rendersi credibili all’interno dell’alleanza atlantica».

Lucio Caracciolo dirige la rivista italiana di geopolitica Limes ed è presidente e responsabile dell’analisi geopolitica di Macrogeo. Giornalista, ha lavorato al settimanale Nuova Generazione dal 1973 al 1975, al quotidiano la Repubblica dal 1976 al 1983. È stato caporedattore di MicroMega dal 1986 al 1995. Scrive per la Repubblica e per il settimanale l’Espresso. Ha tenuto corsi e seminari di geopolitica in alcune università. Dal 2009 insegna Studi strategici all’Università Luiss di Roma e dal 2017 Geopolitica all’Università San Raffaele di Milano. Ha scritto tra l’altro “Alba di guerra fredda” (1986, Laterza), “Euro no: non morire per Maastricht” (1997), “Terra incognita” (2001, Laterza) e “America vs. America” (2011 Laterza), “Storia contemporanea”, con Adriano Roccucci (Le Monnier 2017).

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In copertina e all’interno il direttore di Limes Lucio Caracciolo.

 

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