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di Giuseppe Longo

Non lo vedevo più da molti anni, decenni, perché le nostre vite avevano preso indirizzi diversi, ma di Mario Benedetti conservo un ricordo bellissimo. A Nimis abbiamo fatto insieme, anche allo stesso banco, le scuole dell’obbligo, quelle che una volta si chiamavano semplicemente elementari e medie. Era un bambino, e poi un ragazzo, buono, generoso, timido e forse un po’ chiuso, diciamo riservato, ma di grande cuore e sensibilità. Poi, già con le superiori ci siamo persi di vista: lui a Udine, io a Cividale, con obiettivi molto distanti l’uno dall’altro. Ma di tanto in tanto ci vedevamo nel nostro amato paese. Poi l’Università a Padova, dove si laureò in Lettere, l’insegnamento nella stessa città del Santo, e poi a Milano, nella metropoli, dove è sbocciato tutto il suo sapere. Tutto il valore della sua poesia, intessute di sentimento – quello che appunto solo un animo nobile e sensibile sa infondere nei suoi versi -, riconosciuto senza riserve dalla grande Critica.

Un’altra foto del poeta.


Una voce limpida e importante della cultura italiana che si è spenta, a 64 anni, nel Cremonese, suscitando dolore e commozione. Mario Benedetti, purtroppo, fin da giovane era affetto da una grave malattia, ma a portarcelo via è stato quel terribile virus che si è improvvisamente abbattuto su tutti noi sconvolgendo le nostre vite. Ne ha dato notizia su Facebook ieri pomeriggio, con parole tristi, il sindaco di Nimis. “Fino a quando il suo stato di salute glielo ha consentito – ha scritto Gloria Bressani -, Mario ha fatto ritorno più volte in Friuli e in alcune delle sue pubblicazioni ha fatto riferimento alla terra d’origine, che aveva riscoperto”. Difatti, Mario, anche se lontano, non aveva mai dimenticato il suo paese e la sua gente, le sue colline e montagne, i tanti luoghi, appunto, degli anni della scuola. “Quelli della mia generazione – aggiunge il primo cittadino – si ricorderanno certamente di lui, ragazzo schivo ed introverso che abitava in via Ariis di Sotto, fratello di Roberto (venuto a mancare diversi anni fa). Riposi in pace”.

Mario Benedetti nel 2018 riceve il Premio Villalta Poesia.

Mario Benedetti è ricordato come “uno dei poeti più intensi e originali della nostra letteratura”. Due anni fa, anche se con difficoltà, era tornato in Friuli essendo risultato vincitore della 6a edizione del Premio Villalta Poesia. Merita ricordarne la motivazione: “Pochi sono i poeti che si sono imposti così rapidamente, come ha fatto Benedetti, all’attenzione del pubblico, ma soprattutto sono pochi quelli che come lui hanno lasciato da subito una traccia influente sui più giovani. La sua opera splende per la capacità di riunire, in atmosfere sommesse e a volte struggenti, il desiderio di sentire a pelle il contatto con la vita e, allo stesso tempo, vivere la mediazione imposta dalle tecnologie della relazione che, oggi, ci fanno sentire tutti molto più collegati e più distanti. Esemplare, inoltre, il suo sguardo sul paesaggio, sulla vita quotidiana, sul tempo che passa, che proviene da Nimis, il paese dov’è nato, da un’infanzia intensa, luminosa, per attraversare poi la vita e confrontarsi con la sorpresa e il dolore di essere al mondo”.
E ancora del nostro poeta, al quale un anno prima Pordenonelegge aveva reso omaggio assieme a Giuseppe Ungaretti, si annota: “Mario Benedetti vive a Nimis fino al completamento degli studi superiori, poi studia a Padova, dove si stabilisce dopo la laurea in Lettere. Più tardi si trasferirà a Milano. Non dimenticherà la sua terra, però, mantenendo i legami con i luoghi e con le persone, celebrandone e indagandone con la sua poesia le radici antropologiche. Fra i libri di poesia che ha firmato: I Secoli della primavera, Collana: Ripatransone, Sestante, 1992; Una terra che non sembra vera, Campanotto, Udine 1997; Il parco del Triglav, La Collana: Varese, Stampa, 1999; Borgo con locanda, Circolo Culturale di Meduno (Pordenone), 2000; Umana gloria, Milano, Arnoldo Mondadori Editore; Pitture nere su carta, Mondadori, 2008; Materiali di un’identità, Transeuropa, Massa 2010; Tersa morte, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2013. Nel 2017 esce nei Grandi Libri Garzanti l’opera omnia con il titolo Tutte le poesie“.
Ecco, dunque, chi era Mario Benedetti, un genio letterario che il Friuli e pure il suo paese conoscevano poco, proprio per il suo carattere schivo che l’ha sempre tenuto lontano dai riflettori. Ma che in silenzio scriveva e componeva, lasciandoci pagine mirabili che resteranno affiancate a quelle dei grandi poeti. Quel bambino buono, timido e discreto che tutti vediamo in questa vecchia foto della prima elementare, con la maestra Giuliana Colavini Rossi, nella scuola abbattuta dal terremoto, ne ha fatta di strada e ci lascia un ricordo indelebile, del quale tutti gli siamo grati. Mandi Mario!

Mario è il terzo da sinistra: la foto è stata postata su Fb da Aldo Attimis (primo a destra, io sono il terzo), altro compagno di classe in prima elementare con la maestra Rossi. 

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In copertina, Mario Benedetti sull’opera omnia edita da Garzanti.

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