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di Giuseppe Longo

NIMIS – Primo gennaio, una giornata importante per tutti. Ma in particolare per il parroco di Nimis, monsignor Rizieri De Tina, che proprio oggi festeggia i 75 anni (tanti auguri!). Una tappa importante della sua vita di sacerdote e di guida spirituale dei fedeli che fanno capo all’antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio. Perché? Innanzitutto, ovviamente, per l’età raggiunta in ottima forma, ma soprattutto perché l’arciprete – ruolo che riveste dall’ormai lontano 1984 – ha rassegnato le proprie dimissioni, pur annunciando il desiderio di rimanere fra la sua gente. L’aveva comunicato in vista del Natale ai fedeli di Nimis, Chialminis, Ramandolo e Torlano, attraverso l’apprezzatissimo foglio settimanale “In Cunfidenze” (supplemento, ora anche online, del bollettino parrocchiale La voce della Pieve” uscito, come avviene ormai tradizionalmente a cadenza annuale, proprio in vista delle festività natalizie), nel quale ha informato che noi parroci siamo invitati a dare le dimissioni al compimento dei 75 anni. Esattamente come avviene per i vescovi.

Monsignor De Tina (al centro) a Madonna delle Pianelle in settembre.

E proprio all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, don Rizieri aveva scritto il 13 novembre scorso, anticipando la data fissata dalle regole ecclesiastiche per annunciare le dimissioni da responsabile della Parrocchia di Nimis e amministratore di quella di Torlano dato che il 1° gennaio 2020 compio 75 anni. Sono quasi 50 anni – ha scritto al presule – che faccio il prete e da 48 il parroco, mal volentieri solo per aver dovuto assumere la responsabilità della parrocchia: non ho studiato contabilità, non ho fatto corsi sulla sicurezza, considero tempo perso quello che ho dovuto dedicare alla burocrazia. Aggiungo che ho passato tutti questi anni in zona terremotata, con tutte le conseguenze del caso e mi sembra giusto che, essendo sempre meno, noi preti dovremmo fare ed essere ancora più preti.
Ed è con questo spirito che monsignor De Tina non intende uscire di scena da quella che è ormai da decenni la sua terra adottiva – è codroipese di Zompicchia, dove è nato appunto il primo gennaio 1945 -, bensì di ritirarsi soltanto dalle dirette responsabilità amministrative, proprio per essere soltanto prete, svincolandosi finalmente dagli impegni burocratici. “E’ chiaro – ha scritto infatti nella lettera diretta all’arcivescovo – che io ho il piacere di restare a fare a il parroco, come corresponsabile della pastorale, assieme agli operatori ed alla gente delle parrocchie di Nimis, con Chialminis e Ramandolo, e di Torlano. Dopo diverse decine di anni passati assieme, essi fanno parte della mia vita umana e sacerdotale, che per me è la stessa cosa, perché intendo la umanità come l’espressione del mio essere prete. Nel contempo, vedo che dopo 41 anni il rapporto con la gente non è diminuito, anzi si è approfondito ed è diventato il mezzo attraverso cui ci si comunica il Vangelo, quello dentro la nostra vita.

Pre’ Rizieri – così gli piace essere chiamato in friulano, lingua che usa regolarmente nelle celebrazioni – era giunto infatti nel paese pedemontano nel novembre 1978, all’indomani di quel terremoto che per Nimis aveva richiesto in pochi anni una seconda ricostruzione, essendosi appena conclusa quella che era stata necessaria per farlo rinascere dalla devastazione dell’incendio dell’ultima guerra. A quell’epoca il sacerdote non aveva ancora il titolo di pievano-arciprete che invece l’arcivescovo Alfredo Battisti aveva attributo a don Luigi Murador, con il quale aveva fatto ingresso in paese per avviare, come era nelle intenzioni del presule (vista la carenza di preti che cominciava già a manifestarsi), una originale esperienza pastorale proprio a Nimis. Con Murador e De Tina c’erano anche altri due sacerdoti: don Flaviano Veronesi e don Luigi Gloazzo. Monsignor Murador e don Veronesi sono scomparsi, per incidente e malattia, molto prematuramente, e nel 1984 proprio in seguito alla improvvisa morte del parroco al rientro da un viaggio nelle zone terremotate dell’Irpinia, a don Rizieri è stata affidata la responsabilità della Pieve di Nimis, assumendo anche il ruolo di vicario foraneo – cioè il rappresentante locale del vescovo – cui facevano capo fino alla recente riforma introdotta da monsignor Mazzocato anche le comunità di Attimis, Povoletto e Taipana.
Quindi da 41 anni in paese e 35 in qualità di parroco. E questo spiega l’attaccamento a Nimis di monsignor Rizieri De Tina. Per cui l’odierno compleanno sicuramente, come dicevo all’inizio, è un momento della sua vita che segna una svolta. Ma non un’uscita di scena. A Nimis, a Chialminis, Ramandolo e Torlano – paese quest’ultimo che si è aggiunto agli altri numerosi impegni dopo la scomparsa di monsignor Giuseppe Micossi – c’è ancora bisogno di lui, in una società profondamente cambiata, assieme alla Chiesa, come egli stesso ha ricordato nel Te Deum di ieri sera in San Mauro. Per questo il sacerdote è ben felice – un desiderio generalmente apprezzato – di potere rimanere fra quella che da tanti decenni, ormai, è la sua gente.

L’arrivo nella Pieve di Nimis di don De Tina e degli altri sacerdoti nel 1978.

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In copertina, monsignor Rizieri De Tina (primo a sinistra) con l’arcivescovo Mazzocato alla festa per i 100 anni dell’asilo parrocchiale.

(Foto storiche di Bruno Fabretti)

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