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di Giuseppe Longo

Giuseppe Cainero e Roberto Gervaso, due vite e due destini completamente diversi. Atleta del pedale il primo, grande giornalista e scrittore il secondo. Ma entrambi, pur essendo sempre vissuti lontano, sono rimasti legati al Friuli e a due paesi in particolare: Nimis e Attimis. Due paesi dai territori contermini, ma i cui centri abitati sono separati dal boscoso passo di Monte Croce. E che proprio in queste ultime settimane sono stati raggiunti dalle notizie della scomparsa di entrambi: alla fine di maggio da quella di Cainero, ai primi di giugno da quella di Gervaso.

Il “gregario” di Coppi

A Nimis pochi lo sanno, ma Giuseppe Cainero, bel nome del ciclismo degli anni Cinquanta e Sessanta, era nato proprio qui. Tant’è che la figlia Gisella ha comunicato in paese la triste notizia: “Papà ha raggiunto il suo ultimo traguardo” é il messaggio che Fabrizio Mattiuzza ha prontamente girato alla comunità attraverso Facebook, accompagnando le sue parole con alcune belle foto d’epoca. “Nato a Nimis il 31 luglio 1932 e trasferito quasi subito, insieme alla famiglia, a Venaria Reale, in provincia di Torino, Pino Cainero – racconta l’assessore municipale – fu un ciclista, uno dei ‘gregari’ del leggendario Fausto Coppi, il ‘Campionissimo’. Anzi, fu lo stesso Coppi a volerlo a tutti i costi tra le file della Carpano, nel 1956, in particolare per le sue doti di passista-scalatore. In quella stessa stagione venne selezionato anche per partecipare al Giro d’Italia che concluse superando la tappa epica con arrivo al Monte Bondone. Una sola vittoria di prestigio tra i professionisti: la “Meisterschaft von Zürich” (il Campionato di Zurigo), importante corsa ciclistica elvetica, nel 1958. Nel 1961, la fine della carriera agonistica e il ritorno a Venaria, dove vinse il concorso per diventare agente di polizia urbana e persino comandante, ruolo che mantenne fino all’ultimo giorno di lavoro, nel 1994. Malato da tempo, Pino Cainero è mancato il 21 maggio, nella settimana in cui, ironia della sorte, si sarebbe dovuta aprire una mostra in suo onore, in occasione del passaggio del Giro d’Italia per le strade di Nimis, paese che gli diede i natali e che ricordava con sentimento ed affetto”.

Il “grillo parlante”

Famoso per i suoi aforismi, che ci ha dispensato fino all’ultimo, Roberto Gervaso si è spento Milano il 2 giugno a 82 anni. Ma come mai il suono nome è legato ad Attimis? Perché la madre era originaria proprio della Val Malina, essendo nata nella borgata di Poiana, quella che si incontra dopo Racchiuso sulla strada per Faedis. Il padre era invece calabrese, mentre il futuro cronista, formatosi alla scuola del grande Indro Montanelli (col quale firmò anche sei volumi della famosa Storia d’Italia), nacque a Roma nel 1937. Visse poi con la famiglia a Torino, quindi a Milano – avviando la carriera giornalistica al Corriere della Sera – e poi nuovamente nella Capitale, infine nella metropoli lombarda è stato vinto dal male che lo affliggeva da tanti anni. Seguitissimo attraverso la sue argute e pungenti rubriche di politica e costume, il “grillo parlante” del giornalismo italiano ha scritto anche numerosi libri tradotti in molti Paesi europei, ma anche nelle Americhe e in Giappone. Lavorò pure alla radio e alla televisione, conducendo anche la graffiante Peste e Corna. Numerosi e importanti i riconoscimenti che ha ottenuto durante la sua brillante carriera. Pur non essendo nato qui, Roberto Gervaso conosceva bene i luoghi di origine della mamma ed era rimasto legato più al Friuli che alla paterna Calabria.

Insomma, due grandi personaggi che, attraverso lo sport e la scrittura, hanno onorato il Friuli. E in particolare questi piccoli paesi di Nimis e Attimis che sono fieri di aver contribuito a forgiare questi talenti che hanno fatto molta strada nel Belpaese lasciando una impronta che rimarrà indelebile.

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In copertina, Giuseppe Cainero fu gregario di Fausto Coppi.

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