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di Mariarosa Rigotti

GORIZIA – “Gorizia nascosta – Le voci del silenzio”. Ê la proposta firmata dal Centro teatro animazione e figure per quest’oggi, 25 ottobre, a Gorizia che propone un percorso nei luoghi legati alla cultura ebraica della città, sarà un cammino che spazierà dall’antico ghetto al cimitero Valdirose di Nova Gorica. Un percorso di sicuro fascino, scaglionato in più appuntamenti e che durerà circa due ore , tanto che ha registrato il sold out.
Come viene anticipato dagli organizzatori, ci sarà «una voce narrante che si muove tra presente e passato, suggerisce un percorso ricco di evocazioni, suggestioni, canti, video, interventi dal vivo» e ancora «i luoghi cambiano nel tempo, modificano il loro senso per i singoli e le comunità. Spazio e tempo sono le coordinate di vita che si intrecciano tra loro. E attraverso la voce di chi ha avuto un legame con alcune strade o palazzi della città è possibile ascoltare la memoria di luoghi, odori, suoni». Così, «percorrendo le strade della città si scoprono storie anche se lontane dai nostri occhi sono vicine al sentire umano». Va ricordato che il percorso prevede l’utilizzo di cuffie.

Roberto Piaggio

Bumbaca Gorizia

Questo, dunque, quanto proposto in quest’inizio di stagione autunnale, ma non va dimenticata la prestigiosa manifestazione a respiro internazionale che era stata firmata dal Cta la scorsa estate. Stiamo parlando della 29ma edizione dell’Alpe Adria Puppet Festival che ha ottenuto, come sempre, vivi consensi, proponendo un ricco repertorio tra cui la prima nazionale de “Il bacio di una morta” per le regia di Alfonso Cipolla, presidente di Unima Italia. Un’edizione di successo, come ha sottolineato il direttore artistico Roberto Piaggio: «Una scommessa vinta, sotto tanti punti di vista. Un’edizione che il pubblico ha accolto con favore e grande interesse e in cui abbiamo dimostrato che, nonostante le indubbie difficoltà del momento, si possono ricreare occasioni d’incontro e di socialità».
E così viene citata la Giostra che, in sei giornate, ha portato fra Grado, Gorizia e Nova Gorica un centinaio di mini-spettacoli, ottenendo un riscontro di pubblico veramente notevole con spettatori, con un unico momento non favorevole il cattivo tempo dell’ultimo giorno.

Alfonso Cipolla


Inoltre, dal Cta ricordano il grande successo ottenuto da quelle che erano nuove produzioni e cioè si trattava di “C’era una volta un bambino”, dedicata alla vita del famoso scenografo, illustratore e pittore Lele Luzzati e “Puntindelfarobellavistasulmar” un lavoro coprodotto dal Cta con la Compagnia Alberto De Bastiani, entrambe applaudite anche a Villa Manin di Passariano. Inoltre, si aggiunge la citata prima assoluta de “Il bacio di una morta”, lavoro coprodotto dal Cta con l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare di Grugliasco (Torino) di cui lo stesso Cipolla è direttore. L’opera ha contato sulla drammaturgia firmata di Antonella Caruzzi ed è stato scandito dalle musiche di Giuseppe Verdi, Amilcare Ponchielli, Giacomo Puccini e altri. In scena Paola Roman (voce recitante) e Oliviero Pari (canto e pianoforte), le immagini erano di Francesco Tullio Altan.

“Il bacio di una morta”


La regia, come detto, è stata firmata dai Alfonso Cipolla che ci ha illustrato il lavoro: «Ě un divertissement tra il letterario e il musicale questo “Bacio di una morta”, tratto dal celebre romanzo di Carolina Invernizio. È un fitto, scanzonato gioco di rimandi, di allusioni, di echi, dove il feuilleton si rispecchia nel melodramma per ritrovare intrecci, passioni, personaggi, con i loro caratteri portati a quell’eccesso al limite dell’inverosimile che un tempo era scandalo e che oggi forse è solo sorriso». E ancora, riguardo la storia, aggiunge il regista: «Amori travolgenti, gelosie, tormenti, asti, rovelli, delitti, efferatezze, ma anche vendetta, perdono, provvidenza, giustizia e riconciliazione: ecco gli ingredienti dell’infausta, ma infine felicissima storia della contessa Clara Rambaldi (angelico custode dell’amore coniugale) del conte Guido suo marito (il fedifrago), di Alfonso il di lei fratello (il figlio della colpa); e di Nara, misteriosa ammaliatrice, nefanda ballerina giavanese, incarnazione del disordine e del male». «L’improbabile, nonostante i colpi di scena, correre verso lo scontato – ha sottolineato Cipolla -, ma il feuilleton, così come l’opera lirica, nella sua dichiarata esasperazione sa essere metafora, lente d’ingrandimento per mettere a nudo impietosamente i nervi sensibili di quella tutt’altro che lontana società, con le sue contraddizioni, ambiguità e soprattutto apparenze. È davvero ingenuamente angelica la contessa Clara Rambaldi, specchio d’ogni virtù muliebre oppure sa trasformarsi in una soggiogatrice dominante pur di difendere il decoro della propria famiglia? Chi è più tigre? Clara o Nara? Alla fin fine sono solo poche lettere dell’alfabeto a distinguerle…».

Altra immagine del Festival.


Cipolla si è soffermato anche sull’intervento per il lavoro di Altan, di Paola Roman e di Oliviero Pari: «L’umorismo del tratto inconfondibile di Altan prende per mano e conduce in quel mondo da letture proibite ancillari, ne dischiude le porte e l’anima. È attraverso quel varco che Paola Roman si insinua, con pudore divertito, per alludere agli aneliti di quei vacui personaggi, ma sempre in dialogo con Oliviero Pari, che al pianoforte dà voce ad arie d’opera, mai di commento, ma di supporto al dipanare del racconto. Un gioco, un divertimento, ma forse neanche poi tanto…».
Questo riguardo la prima nazionale, ma come è stato ricordato dal Cta, durante una conferenza organizzata da Unima Italia, si è dato spazio anche a una riflessione sui percorsi del teatro di figura che ha visto protagonisti i critici teatrali Alfonso Cipolla e Angela Forti. All’incontro sono intervenuti anche giovani artisti a parlare delle proprie esperienze. Alla luce di tutto questo, l’Alpe Adria Puppet Festival ha rappresentato un significativo evento per il territorio. Va allora ricordato che è stato realizzato grazie al sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Gect Go/Ezts Go – Gruppo europeo di cooperazione territoriale, Comune di Gorizia, Comune di Grado, Mestna občina Nova Gorica e Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. In collaborazione con Kulturni Center Bratuž e Società Filologica Friulana.
Così, in attesa della nuova edizione del festival, c’è questo intrigante percorso in programma oggi. E a tale proposito dal Cta rammentano che l’iniziativa “Gorizia nascosta – I luoghi dimenticati” con il percorso ebraico era stata pensata per due weekend fra giugno e luglio scorsi, ma l’appuntamento è stato posticipato appunto all’autunno. Si tratta di un percorso che verrà riproposto annualmente fino al 2025, l’anno in cui la città Gorizia/Nova Gorica si candida a essere Capitale europea della Cultura.

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In copertina, una rappresentazione nel Castello di Gorizia nell’ambito dell’Alpe Adria Puppet Festival.

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