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Sold out per l’evento inaugurale di GEOgrafie Festival nella serata di mercoledì, nella centralissima piazza della Repubblica, a Monfalcone: tensostruttura interamente occupata, con pubblico in ascolto anche dall’esterno per l’incontro con lo storico Franco Cardini dedicato alla Via della Seta e alla dialettica fra Oriente e Occidente. Un evento introdotto dal sindaco Anna Maria Cisint e da molti interventi istituzionali.
Si prosegue adesso in vista del fine settimana con molti altri incontri: la pandemia, gli effetti dell’uomo sul pianeta e un senso di paura verso il futuro scandiranno un ideale viaggio intorno all’uomo oggi 25 settembre, terza giornata di GEOgrafie. Si parte con il filosofo della scienza Telmo Pievani, che alle 16 nella tensostruttura converserà su “Quel senso di fine del mondo: Homo sapiens, la specie smemorata”, riprendendo il saggio edito Meltemi. Le paure e le attese nei confronti del futuro sono proprie dell’uomo e radicate nelle sue diverse culture, in tutte le società. E ogni cultura vorrebbe predire la sua fine. Estinzioni di massa e colossali ecatombi del passato hanno infatti più volte segnato un nuovo inizio per altre forme di vita. La “catastrofe” ci affascina da sempre perché soddisfa bisogni psicologici e vincoli cognitivi, magnificamente rappresentati dall’immaginario classico della fine del mondo interpretata come catarsi, punizione, vendetta. Risponde l’umiltà della scienza e la difficile accettazione della contingenza della vita. A seguire, alle 18, Marcello Fois presenterà il suo romanzo “Pietro e Paolo” (Einaudi) in una conversazione con Alberto Garlini. Fois dà voce a un terreno di vita, un orizzonte, la terra di Sardegna che riconosciamo plasmata dallo sguardo di quegli uomini che essa stessa fa nascere e nutre. Per i due protagonisti il legame con la terra d’origine non verrà mai meno e, fino alla fine, sarà il luogo di una speciale forza di gravità dell’esistenza. Anche nel cuore dell’origine avvengono devastanti mutamenti, perché gli eventi della guerra non risparmiano nessuno; ma quel cuore che non cessa mai di battere.

Franco Cardini alla serata inaugurale.

Sconfinato per sua natura e capace di rappresentare le pieghe e i luoghi della psiche, è il noir, lo spazio narrativo che da sempre ha confini incerti. Nella letteratura italiana degli ultimi decenni proprio questi confini (il delitto, l’indagine, l’atmosfera “caricata” di un ambiente) sono diventati ancora più incerti perché ci sono scrittori che sono più interessati a narrare i luoghi, la psiche umana, le vicende che rispondono a una qualità del presente fitta di domande e risposte non ovvie. Massimo Carlotto e Veit Heinichen – nell’intervista di Alberto Garlini – alle 21 nel Teatro Comunale porteranno i lettori là dove la cronaca si ferma e inizia l’immaginazione, ovvero dove la realtà incontra l’enigma e la paura, che ogni realtà ha sempre prodotto ma che oggi è moltiplicata nei doppi fondi del mondo virtuale.

Sempre oggi, spazio alle proposte dell’editoria del territorio, con un particolare focus sulla storia e su come questa incontra le narrazioni: a partire dalla proposta di Battello Stampatore alle 16.30 con il volume “Per quanto posso ricordare” di Peter Sedgman, uno dei pochi ebrei sopravvissuti all’Aktion Erntefest, la più grande fucilazione di massa perpetrata dai nazisti nella Polonia occupata. Interverranno Tristano Matta e Adriano Battello, con la partecipazione del cantautore Matteo Bognolo. Alle 17.30 per le edizioni Orto della Cultura (in Piazzetta Unità d’Italia, Palazzetto Veneto in caso di maltempo) verrà proposto “Storie spezzate. L’Italia al tempo del Coronavirus” di Bruno Tellia, Mauro Tonino, Giuseppe Liani. È un luogo di fantasia il piccolo borgo Paesenovo, al confine tra Friuli e Veneto, microcosmo che ha visto passare il Novecento, scenario del romanzo di Massimiliano Santarossa che, alle 18.30, presenterà il suo libro “Pane e ferro. Il Novecento, qui da noi” edito da Biblioteca dell’Immagine. Alle 19 in Biblioteca ci si sposterà nello spazio e nel tempo con l’incontro “Sakura: nel paese dei fiori di ciliegio. Una storia di Hiroshima” da un’idea di Enrico Bortolotto a cura dell’Associazione “Stropula Cantieri Teatrali” in collaborazione con l’Associazione “Illustra” di Monfalcone. Per concludere, alle 19, in Piazza della Repubblica con Emilio Rigatti che parlerà delle proprie peregrinazioni presentando assieme a Chiara Bruschina il libro “La leggerezza del kayak”.
Completa il programma della giornata, il palinsesto di appuntamenti dedicati ai bambini e ai ragazzi: dalle letture mattutine nei cortili delle scuole dell’infanzia e primarie della città, alla piazza di letture in cerchio di Damatrà. Fino agli appuntamenti pomeridiani in piazza Cavour, con “Il gioco dell’oca intorno al mondo” alle 16.30 e alle 17 la presentazione di Bill – La Biblioteca della Legalità. Seguirà l’appuntamento dedicato agli adolescenti “Storie di sirene e gorgoni” a cura di Alexandra Zambà.

Marcello Fois

Info e dettagli geografiemonfalcone.it

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In copertina, il tendone come appariva durante l’incontro di apertura del festival.

 

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