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«L’Ungaretti poeta non esisterebbe senza il Friuli Venezia Giulia: il suo primo libro, “Il porto sepolto”, è interamente ambientato sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale: il suo esordio poetico è intimamente legato ai luoghi della Grande Guerra e alla zona intorno al Monte San Michele e a Doberdò, dove prestava servizio il suo reggimento». Lo spiega lo scrittore Alessandro Marzo Magno, nel video dedicato alle “Trincee della Grande Guerra nell’opera di Giuseppe Ungaretti”, penultima tappa del progetto di viaggi digitali d’autore promosso da Fondazione Pordenonelegge con Regione e PromoTurismoFvg, “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”.

Alessandro Marzo Magno

Appuntamento stamane, dalle 10, sui siti e canali social di Pordenonelegge e PromoTurismoFvg, per una breve ma emozionante full immersion attraverso i luoghi che furono teatro della storia e di scontri memorabili e cruenti del primo conflitto mondiale, le battaglie sull’Isonzo. Fra i soldati acquartierati in quelle trincee anche il giovane Giuseppe Ungaretti, che proprio qui compose alcune poesie destinate a sconvolgere in modo irreversibile la scrittura del Novecento. «Quasi tutte le poesie del “Porto sepolto” – osserva ancora Marzo Magno – riguardano la guerra o hanno riferimenti bellici. Così anche la celeberrima “Mattina” che nella prima stesura – “M’illumino d’immenso, con un breve moto di sguardo” – aveva alcune parole in più della versione che il poeta consegnò poi ai posteri. Fu scritta per esprimere lo stato d’animo dei soldati italiani che, arrivati in cima al monte, improvvisamente videro il mare: era l’alba, e il sole si stava sollevando, e illuminava d’immenso la mattina».

Tante le tappe storiche da ripercorrere attraverso le trincee della Grande Guerra: dal San Michele al vallone di Doberdò, dove svettava l’albero isolato che l’esercito ungherese decise di portare in patria, al momento del rientro. Per arrivare, a Sagrado, al Parco letterario che porta proprio il nome di Giuseppe Ungaretti e che fu da lui inaugurato nel 1966, in occasione del 50° anniversario della battaglia che portò alla conquista del Monte S Michele. Uno “scrigno” per tanti ricordi legati a Ungaretti ed ai suoi versi, dove oggi i visitatori e i turisti possono ritrovare la storia travagliata di un’area di confine, non senza approfittare delle ottime degustazioni di sapori e vini che esprimono l’eccellenza culturale e agroalimentare dell’Isontino e del Friuli Venezia Giulia. Info www.pordenonelegge.it

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 In copertina, la statua di Giuseppe Ungaretti nel Parco dedicato al grande poeta sul Carso isontino.

 

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