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di Gi Elle
Tutto bloccato e così anche la cultura è stata messa in ginocchio dal Coronavirus. Tanto che da Confcooperative Fvg si leva l’allarme per l’importante settore. Decine sono, infatti, le imprese cooperative che operano nella cultura e nel suo indotto, dalla gestione di strutture museali e artistiche allo spettacolo dal vivo, ai servizi bibliotecari, ai servizi accessori all’organizzazione di esposizioni ed eventi, all’audiovisivo. Un intero comparto in una crisi profondissima da quando è scoppiata l’epidemia da Covid-19.
«Il comparto culturale, per la specificità delle sue attività che si rivolgono al pubblico, risulta colpito in modo particolarmente grave – conferma Serena Mizzan, presidente del settore Cultura e Turismo di Confcooperative Fvg, con più di 30 realtà associate -, sia per la chiusura delle strutture museali sia per la cancellazione di date teatrali, tournée, disdetta di contratti. Il settore è stato interessato dapprima dal blocco generalizzato delle visite d’istruzione e uscite didattiche – con la cancellazione quasi totale della stagione 2020 – che ha colpito i musei, le riserve naturali e le attività didattico-divulgative realizzate da diverse cooperative culturali. In seguito, le disposizioni per il contenimento del contagio hanno comportato il blocco di tutto il comparto». Le conseguenze? Crisi di liquidità e impatto sui conti che si misura in doppia cifra percentuale.
«Abbiamo apprezzato – prosegue Mizzan – le prime iniziative della Giunta regionale che, sul fronte della rendicontazione dei progetti in essere – forzatamente falcidiati dall’impossibilità di realizzare molte iniziative previste – ha compreso la difficoltà del settore e la necessità di introdurre un ampio grado di flessibilità. È un punto di partenza per operare in maggiore serenità». Ma cosa serve per ripartire? «Fatti salvi tutti gli interventi economici necessari a garantire la sopravvivenza delle imprese in generale, riteniamo che il settore avrà bisogno di interventi di medio e lungo periodo – pensati sulla base delle caratteristiche del comparto culturale – per salvaguardare l’intero settore che uscirà dalla crisi inevitabilmente indebolito sotto il profilo della solidità economica, della capacità di investimento, ma non certo nelle sue potenzialità culturali e progettuali».
Due strumenti possibili, per Confcooperative Fvg, potrebbero essere quelli dei voucher per le famiglie a sostegno della domanda di fruizione culturale e la generalizzazione dell’Iva ridotta al 4% anche per quei servizi culturali che, oggi, vengono ancora sottoposti all’aliquota ordinaria. «Due proposte concrete per la “fase della ripartenza” e, a questi, aggiungerei – conclude Serena Mizzan – investimenti per l’aggiornamento tecnologico delle strutture, i riallestimenti, la formazione e le nuove produzioni, in generale tutto ciò che può aiutare il settore a recuperare il tempo perduto e a fare un necessario balzo in avanti».
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In copertina, Serena Mizzan, presidente del settore Cultura e Turismo di Confcooperative Fvg.
