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di Giuseppe Longo

Il Santuario di Madonna delle Pianelle, che sorge alle porte di Nimis e che ha visto migliaia di coppie di tutto il Friuli giurarsi fedeltà, fu interamente affrescato da Giacomo Monai, con bellissimi quadri che raccontano la vita della Vergine Maria, giustamente ricollocati al loro posto dopo la rimozione post-sismica delle opere del Thanner (oggi visibili nel Duomo di Santo Stefano). Ma c’è anche una dolcissima pala in affresco di un altro grande pittore di Nimis, Tita Gori, di cui proprio questo mese si ricordano i 150 anni della nascita, ricorrenza in vista della quale la civica amministrazione guidata da Gloria Bressani ha messo a punto un idoneo progetto celebrativo. E’ la “Sacra Famiglia” che impreziosisce l’altare laterale nord, proprio di fronte a quello di San Valentino, la cui tela, risistemata a tempo di record, era stata distrutta dal fuoco due anni fa.
Questa è probabilmente l’opera giovanile per eccellenza dell’artista di San Gervasio che aveva, infatti, appena 19 anni e la realizzò prima di andare a studiare a Venezia, “… dove approfondì – ci informa Licio Damiani nel libro “Tita Gori e i Giardini del Paradiso”, stampato dal Comune pedemontano nel 1993 – la propria formazione pittorica. Nella città lagunare rimase soltanto pochi mesi, per seguire un corso libero all’Accademia di belle arti e per acquisire conoscenza dell’anatomia, che in tutte le sue figure è sicura, precisa, rigorosa. Nel contempo, arricchì la propria conoscenza dei diversi momenti dell’arte veneta, che ‘frequentò’ nelle Chiese e nelle pinacoteche”.

Il tradimento di Giuda (tela).

Ma torniamo al Santuario. “La prima opera monumentale di Gori – ci spiega il critico udinese – fu la pala della Sacra Famiglia nella Chiesa della Madonna delle Pianelle di Nimis (1889), d’impianto nettamente quattrocentesco, dai colori tenui e delicatissimi (gialli, celesti, bianchi, viola-ciclamino). L’impostazione risente dei modelli tratti dalla pittura veneta dei secoli d’oro. La Madonna con il Bambino fra le braccia, in veste rosso-fuoco e manto azzurro, sulla sinistra, rappresenta il fulcro della composizione, ‘sostenuta’ dalla colonna centrale, che riporta a iconografie ricorrenti da Cima da Conegliano alla famosa Pala Pesaro del Tiziano, ai Frari. Delizioso l’angelo con liuto in primissimo piano, panneggiato di sete viola-ciclamino e gialle; richiama i cherubini del Carpaccio. Il gruppo dei personaggi culmina nella figura diafana di Giuseppe. In alto, sulla destra, si apre un paesaggio nitido e prezioso: uno scorcio di lago, rive boscose incornicianti un tempietto neoclassico, cime azzurre di monti e un cielo luminosissimo, percorso, sull’azzurro lapislazzulo, da nubi leggermente dorate”.

Il tributo (tela).

E proprio nell’ambito del progetto “Tita Gori 150” – curato dall’assessorato comunale alla Cultura retto da Serena Vizzutti – ieri sui social è stato pubblicato un video che ripercorre la vita dell’artista, dalla nascita a Nimis, all’ombra dell’antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio che oggi custodisce il ciclo affrescato più ampio, alla sua prima formazione culturale alla “scuola” di monsignor Agostino Candolini, alla ricordata trasferta veneziana. Quindi il ritorno in paese, le nozze con Caterina Gervasi, dalla quale ebbe undici figli, e l’improvvisa partenza per Roma nel 1914 per sfuggire alla Grande Guerra appena scoppiata, dove Tita si sarebbe anche potuto fermare per lavorare come scenografo nella nascente Cinecittà, una proposta che però “il dipintor serafico” non accettò. Quindi il ritorno a Nimis negli anni della maturità che sarebbero stati ancora molto fecondi sul piano artistico, sia per quanto riguarda i lavori affrescati nelle Chiese, sia attraverso molte tele a olio intense e suggestive, come quelle che pubblichiamo e che appartengono a collezioni private e alla Casa di riposo che il cardinale Ildebrando Antoniutti creò trasformando e ampliando la sua casa. Il video in questione è stato prodotto con la collaborazione di Francesca Totaro per i testi, Aida Talliente, voce narrante, e Claudio Marchiondelli per il montaggio.
(4 – continua)

Cristo e l’adultera (tela).

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In copertina, la “Sacra Famiglia” a Madonna delle Pianelle, a Nimis.

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