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di Carlo Morandini
LIGNANO – La ricettività è un elemento fondante dell’accoglienza nelle realtà turistiche, di piccole e grandi dimensioni. È attorno alla ricettività, infatti, che si sono sviluppati i grandi poli turistici moderni, come Lignano Sabbiadoro. E, senza la ricettività, il turismo balneare, ma non solo quello, non potrebbe esistere. Ricettività, che si sviluppa a vari livelli e risponde a tutte le fasce di ospiti, visitatori, villeggianti anche delle città. Lignano, fondata nel primo Novecento da imprenditori-albergatori del retroterra, si è diffusa sulla penisola ad ala di gabbiano che la ospita man mano che sorgevano nuovi alberghi. Che negli anni hanno ospitato milioni di persone, famiglie, gruppi, animando quella realtà che oggi conosciamo. Ma che, inaspettatamente, un’epidemia è riuscita a congelare, così come il resto del Paese e buona parte dell’Europa e del mondo.
Lignano vive di turismo e, in una condizione normale, in questo periodo sarebbe strapiena di ospiti. Ma la complessa macchina dell’ospitalità in quest’anno sfortunato deve ancora girare a pieno regime, per dare il meglio di sè al cento per cento. Certo, tutti sanno e vogliono stare alle regole. Per la sicurezza di tutti, e personale, dalla possibilità di contagio da un virus che ancora non conosciamo e che ha causato danni enormi, in particolar modo proprio al turismo. Tanto che gli operatori ora si danno da fare quantomeno per ridurre i danni e rientrare nelle spese necessarie per poter mantenere l’attività.
Ciò che lamentano gli albergatori, ne abbiamo già sentito la voce, è il fatto che l’industria turistica, perché visto che assicura il 12 per cento del Pil nazionale e rappresenta un asse portante anche per l’economia del Friuli Venezia Giulia, è trascurato dallo Stato e sottostimato. Tanto che non è seguito da un Ministero ad hoc. Lo ricorda Christian Maso, gestore dell’Hotel Salus, 4 stelle, in via Tirolo, una delle due strade della città che scendono dall’alto verso il lungomare di Lignano. Un’attività avviata oltre cinqaunt’anni fa da suo padre, e che lui ha voluto e saputo sviluppare, dotando la struttura ricettiva di tutti i servizi, gli accorgimenti, i comfort che servono per coccolare gli ospiti. Per farli sentire a casa propria.
“Partiamo dal concetto che il rischio di contagio, in un albergo, potrebbe essere alto, sia tra gli ospiti che tra operatori e addetti. Quindi, i provvedimenti di chiusura delle attività erano indispensabili. Ora però bisogna lavorare”. Christian è presente e segue confronti e dibattiti tra gli operatori delle diverse categorie che animano la città. E lamenta l’assenza di direttive chiare dall’alto. Ma anche un’altra carenza: “La mancanza di una strategia di comunicazione che possa far sapere ai nostri potenziali turisti che siamo già a loro disposizione, e che a Lignano la situazione dei contagi è sotto controllo in una realtà che si è preservata dalla pandemia”. “Tutto questo – prosegue Maso – mentre la Croazia e la Slovenia si sono proposte a gran voce ai turisti austriaci e tedeschi, costruendo accordi per corridoi preferenziali verso le loro spiagge”. “Sono numerosi i miei amici e clienti austriaci – aggiunge – che mi hanno chiamato e mi chiamano dal loro Paese e mi chiedono perché non lanciamo una campagna mirata di comunicazione: loro hanno molta voglia di ritornare a Lignano”. Soprattutto adesso che i confini sono stati finalmente riaperti.
Maso ha apprezzato la scelta del Comune di bloccare la città subito dopo che in una delle prime festività del periodo della pandemia si era registrato un grande afflusso di persone a Lignano. Perché ha contribuito a preservare la città dal contagio. Ma lamenta che mentre la Regione Fvg lo ha già fatto, lo Stato non ha ancora fatto sapere se ci saranno agevolazioni per il turismo colpito dalla crisi, e se sì, quando arriveranno e di quale entità. “Senza certezze – prosegue – come possiamo fare a progettare una stagione sostenibile, a rassicurare dipendenti, a decidere se investire su questo momento denso di incertezze oppure capire se potremo rientrare almeno in parte nei costi vivi delle nostre attività? A mio parere – aggiunge Maso – il Governo dovrebbe bloccare temporaneamente le tasse, le imposte, i contributi e non proporci di indebitarci ulteriormente per pagarle in una stagione e una ripresa così difficili e incerte”.
“Un ultimo dubbio – e conclude – su un problema non proprio banale: nessuno ci ha mai dato indicazioni su che cosa accadrebbe se uno di noi albergatori, o del personale, dovesse venire contagiato: ci dovremo mettere tutti in quarantena blindando la struttura? In un’ipotesi come questa, difficile pensare che siano tanti gli albergatori disposti a investire su una stagione che si potrebbe chiudere improvvisamente e definitivamente”.
L’Hotel Salus offre l’accoglienza curata che è favorita dalla gestione familiare. Ristrutturato di recente, fonda parte del suo appeal anche sulla volontà di trasmettere le carature dell’area ai suoi ospiti. Di far conoscere le attrattive della Riviera Friulana anche attraverso l’utilizzo dei prodotti dell’area, e la sinergia con gli operatori del litorale e delle terre rivierasche tramite la diffusione delle numerose opportunità offerte dalle escursioni in motonave in laguna, in bicicletta, con i mezzi nautici o in auto, tra le ricchezze dell’area rivierasca. Un’offerta complementare alla proposta balneare, e che in periodi normali propone nel corso di una stagione turistica allargata, dalla primavera alle porte dell’autunno.
(7-continua)
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In copertina, Lignano Sabbiadoro con la sua Terrazza a mare. All’interno immagini dell’Hotel Salus e qui sopra un tratto della lunghissima spiaggia.