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di Giuseppe Longo
CERGNEU – Alla fine ha preso fuoco ed è bruciato regolarmente liberando in cielo una densa colonna di fumo e faville, tra i bagliori pirotecnici. Ma che fatica per accenderlo! E’ toccato, come è tradizione, al “Pust”, appena libero, sistemare tra i rami del “palavin” la prima torcia, incendiando il grande falò con un giorno di anticipo rispetto agli altri che si accenderanno questa sera nel resto del Comune di Nimis. Eh sì, perché a Cergneu il Carnevale è già iniziato e il “Pust” – finalmente senza corde e catene -, dopo tanti mesi passati nell’antro del “Cantun”, può scorrazzare in lungo in largo, divertendosi e facendo divertire. Dopotutto, l’essenza del Carnevale è proprio questa.
Il “palavin” finalmente in fiamme.
Piace molto questa pagina delle tradizioni popolari delle vallate, come appunto Cergneu, in cui è presente da sempre l’influenza slava – e “Pust”, nell’idioma locale (come nelle Valli del Natisone e a Resia), significa proprio “Carnevale” -, tant’è che pure ieri si è raccolta nella frazione più orientale di Nimis una vera e propria folla – grazie anche alla serata poco fredda – che ha seguito con curiosità e interesse le varie fasi della festa epifanico-carnascialesca del “Risveglio del Pust”.
Così, dopo la Messa con i tradizionali riti, un lungo corteo di fiaccole ha raggiunto a Cergneu di Sopra, oltre il torrente Lagna, l’antro del “Cantun”, nascosto tra i boschi, dove appunto aspettava di essere finalmente liberato il “Pust”. Il quale, poi, tra urla, strepiti, suoni di armoniche e di campanacci (numerosi, come ogni anno, i figuranti con le tipiche maschere giunti dalle Valli del Natisone), è stato condotto ancora legato per non lasciarlo scappare fino alla zona del “palavin”, mentre la folla incitava a liberarlo: “Molailu, molailu”. Cosa che è finalmente avvenuta proprio davanti al grande falò, per cui il “Pust” ha potuto dare il via alla sua accensione. Un po’ stentata all’inizio, ma poi tutto è andato per il meglio e anche il fumo è salito regolarmente, dando buone indicazioni per l’anno appena cominciato, sebbene sia bisestile, anche se per conoscere l’interpretazione ufficiale bisognerà aspettare il responso del Vecchio Venerando, questa sera, davanti al “Pignarul Grant” del colle di Coja, mentre in tutto il Tarcentino – e quindi anche a Nimis – bruceranno gli altri numerosi fuochi che come ogni anno si allestiscono per tenere viva questa bella tradizione del Friuli.
Tre immagini della bella festa.
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In copertina, il “Pust” dà il via all’accensione del fuoco epifanico.