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Cambio del vessillo a Somp Ciuc di Anduins, nel Comune di Vito d’Asio, bellissimo picco da cui si gode una vista panoramica sulla pianura: qui, alla fine del Troi dai Asìns (sentiero degli abitanti dell’antica Pieve d’Asio), accanto al mosaico dedicato alla “Mari dal Friûl” all’inizio dell’emergenza Covid-19 era stata issata la bandiera di guerra del Patriarcato del Friuli, con l’aquila in campo rosso, a testimonianza di come le comunità regionali stessero combattendo con orgoglio per la propria salute. Ma, con l’entrata nella nuova fase della ripresa dopo l’emergenza, con una solenne cerimonia è stata issata la bandiera patriarcale dei tempi di pace, con l’aquila su fondo azzurro. La bandiera, benedetta precedentemente dal parroco di Vito d’Asio Italico Josè Gerometta, è stata innalzata alla presenza di molti rappresentanti dei Comuni friulani, col sindaco di Vito d’Asio Pietro Gerometta che ha accolto i colleghi di Carlino, Meduno, Forgaria nel Friuli, Fanna, Spilimbergo, Vajont, Artegna, Martignacco e Valvasone Arzene. Hanno partecipato all’evento anche i consiglieri regionali Franco Iacop e Massimo Moretuzzo.

GLI INTERVENTI

Il sindaco Pietro Gerometta ha ringraziato i partecipanti, portando il saluto dell’amministrazione comunale di Vito d’Asio e narrando la storia del monumento dedicato alla donna friulana “la Mari dal Friûl”; nel contempo, ha presentato i lavori che verranno eseguiti per completare il Troi dai Asìns, opere che porteranno alla realizzazione di un percorso ad anello che avrà la partenza e l’arrivo sul piazzale della Chiesa parrocchiale di Anduins per 5 chilometri di strada totali con un dislivello di 500 metri.
Il coordinatore dell’iniziativa, Mirko Bellini, ha sottolineato gli aspetti economici della ripartenza da Covid-19, evidenziando come in ogni regione d’Italia vi sia una ripresa che attualmente si sta basando sui sistemi economici territoriali, identificabili nell’ambito delle singole regioni a discapito di un sistema centrale. Questo modello socio-economico di regionalità – ha spiegato Bellini – può rappresentare la base di partenza per ridisegnare un nuovo assetto dell’intero territorio nazionale, dove un ruolo cardine è svolto delle aziende e dalle attività commerciali dei singoli territori. In tale contesto, si è inserita la situazione della regione Friuli Venezia Giulia con le sue due anime, quella friulana e quella triestina. Bellini ha sottolineato come il Covid-19 abbia rappresentato la vera globalizzazione provocando purtroppo morti e distruzioni economiche in tutto il mondo indipendentemente dai confini nazionali, inviando nel contempo all’Europa un invito al cambiamento, al passaggio da un’unità basata su Stati e finanza verso una nuova Europa di popoli uomini e territori.
Markus Maurmair, presidente della Comunità linguistica friulana e sindaco di Valvasone Arzene, ha invece evidenziato come l’anima friulana trovi il proprio Dna nelle vallate del Friuli e in particolar modo nella terra d’Asio e nel contempo ha manifestato la necessità di una maggiore autonomia per i sindaci e gli amministratori locali. Nel concludere il suo intervento, ha ricordato come il Tagliamento, che scorre sotto il Somp ciuc, sia un fiume che rappresenta il Friuli e va lasciato come la natura l’ha creato.
Il sindaco di Carlino, Loris Bazzo, ha poi portato la sua testimonianza in prima linea nell’emergenza sanitaria. Nell’ammainare la bandiera di guerra, ha invitato Gerometta a conservarla e a tenersi pronto in quanto in ogni momento in cui il Friuli si trovi minacciato sul Troi dai Asìns dovrà essere nuovamente alzato il vessillo del Friuli in momenti di pericolo.
Eugenio Gerometta, presidente della Pro Loco Anduins, e il presidente della Pro Casarsa e consigliere regionale Unpli, Antonio Tesolin, hanno manifestato la volontà di proseguire con le sagre popolari quali momento socio-culturali irrinunciabile per la vita delle nostre comunità.
Conclusioni affidate a Loris Basso, presidente dell’Ente Friuli nel mondo, il quale ha manifestato la sua soddisfazione per l’invito ricevuto e ha portato il saluto dei friulani sparsi nei continenti. Ricordando il lavoro, la vita e le fatiche del nostri emigranti, ha sottolineato il ruolo della donna friulana, rappresentata dall’opera in mosaico, quale colonna portante delle famiglie.

IL PROGETTO

Dal 2016, dopo due anni di duro lavoro di un gruppo di abitanti di Anduins guidati da Mirko Bellini, è stata inaugurata a Somp ciuc l’opera che simboleggia il Friuli, le sue donne, la sua cultura, la sua autonomia. Il mosaico “La Mari dal Friûl” (la Madre del Friuli), è stato realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo e collocato dai volontari locali a forza di braccia sulla sommità del colle dal quale si gode una vista panoramica sull’intera pianura friulana fino al mare. Un’opera di quasi 2 metri di diametro che si è andata ad aggiungere a quella realizzata nel 2015 con pietre estratte da tutte le cave simbolo del territorio friulano (dal rosso di Verzegnis fino alla pietra piasentina di Torreano) per ricreare una mappa del Friuli con monti, fiumi, pianura e mare. A svettare su tutto la bandiera del Patriarcato del Friuli, alta sul pennone. “Un progetto – aveva spiegato all’epoca dell’inaugurazione spiegato Mirko Bellini a nome del gruppo dei realizzatori, volontari di tutte le età e tutti della Val d’Arzino – dedicato alla celebrazione della donna friulana, punto di riferimento della comunità durante l’emigrazione e le guerre, assieme ai valori dell’autonomia regionale, per rafforzarli e ricordarli a tutti: una vedetta a tutela del Friuli autonomo”. L’installazione artistica si trova al termine del percorso del Troi da Asìns, il sentiero dedicato a tutte le popolazioni asìne che fanno riferimento all’antica Pieve d’Asio, il quale ora sarà completato con un anello che partirà e arriverà ad Anduins per un totale di 5 chilometri passando anche vicino alla celebre chiesetta della Madonna della Neve.

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In copertina e all’interno alcune immagini della suggestiva cerimonia ad Anduins di Vito d’Asio.

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