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di Silvio Bini

Palazzolo, inteso come centro storico, è un paese un po’ in disparte, dopo che nell’immediato dopoguerra la strada statale aveva tagliato dritto, all’inizio di via Roma, per ricongiungersi fuori dall’abitato, al vecchio tracciato, oltre il fiume Stella. Per una ventina d’anni, il vecchio centro resistette all’abbandono di gran parte dell’intenso traffico che passava fuori mano. Poi si rassegnò, vinto dai tempi nuovi, dai nuovi piani regolatori, dalla voglia di spazi nuovi e da nuove comodità. Allora ha cercato (qualcuno ha cercato) di riprendersi il vecchio, anzi l’antico, riscoprendo la Palazzolo romana.

Santa Maria dei Battuti.


“Palatiolum” aveva tutte le carte in regola per vantare una storia che, se ufficialmente parte dal 762 dopo Cristo, sicuramente ha natali che risalgono ai fasti di Roma. Non è che la ricerca ebbe un grande seguito, anzi. La scoperta del miliare di Costantino, che di fatto stabilì il tracciato della Via Annia sul territorio friulano, il ponte romano sullo Stella, il porto fluviale, forse il vero sito dell’antica Palazzolo, la barca romana affondata nel fiume, le ville romane appena individuabili, raccontano un posto che, perlomeno, parla aquileiese. Forse anche la Chiesa primaria di San Lorenzo, scomparsa ma individuabile all’altezza dell’ex scuola elementare, potrebbe rievocare storie di vita della Roma costantiniana.
Ecco, il centro di Palazzolo, per certi aspetti è ancora romanamente visibile. La struttura viaria del paese è quella del “castrum”. Palazzolo testimonia le sue origini romane con la topografia del suo centro abitato, un quadrato di circa 140 metri di lato, quattro volte i 120 piedi del lato di un “actus”, delimitato e diviso da cinque strade equidistanti e parallele che disegnano un reticolo regolare, con il cardo aperto (via Garibaldi) che si prolunga, per altri 140 metri, ad incrociare perpendicolarmente la Via Annia. Anche un “decumano”, o più propriamente ciò che potrebbe essere stato il “foro”, è riconoscibile in quella che oggi è via Luigi Riva, prima detta, molto significativamente, via di mezzo. Con gli allineamenti indicati, il quadrato verrebbe diviso in otto “insulae” di piedi di 120×240, cioè esattamente di un “iugerum”. Questo, secondo un calcolo di riferimento al Castrum di Aquileia, può corrispondere all’insediamento di circa quattrocento palazzolesi. E questi quattrocento, chissà quanti di più, attraversando il Medioevo, hanno illuminato la nascita del nuovo mondo.

Il Castrum di Palazzolo.


Oggi, l’Associazione Art&Stella vuole ripercorrere un passaggio in cui le sue Chiese rivelano un paese in cui il fascino storico non è ancora andato perduto. Questo pomeriggio, alle 15, inizierà a Palazzolo un percorso guidato, che partirà dalla Chiesa trecentesca di Santa Maria dei Battuti per arrivare alla nuova parrocchiale, per concludere la passeggiata alla Chiesa di San Bartolomeo, dove quasi da settecento anni si celebra la festa lungo via degli Artieri. Dopo aver cercato il “castrum”, attraverso le vie del paese, i partecipanti potranno ascoltare dalla voce di Annacarla anche la storia di “Sciarazula Marazula”, un ballo antico del Friuli, testimoniato a Palazzolo nel 1624 e che qualche anno fa è diventato uno dei brani più affascinanti del cantautore Angelo Branduardi.
E’ una forte scommessa, per Art&Stella, questo impegno a far riscoprire il centro di Palazzolo, attraverso la cultura dei luoghi. E forse cercarne il rilancio.

La nuova parrocchiale.

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In copertina, affreschi antichi nella Chiesa di San Bartolomeo.

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