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Nuovi appuntamenti per “Cinema di Famiglia”, il festival itinerante, organizzato dalla cooperativa Belka Media, grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il patrocinio dell’Ente Friuli nel Mondo e in collaborazione con la casa di produzione Raja Films. Dopo il grande successo delle prime tre tappe a Moruzzo, Rive d’Arcano e Tavagnacco, la rassegna – nata da un’idea di Massimo Garlatti-Costa, con la direzione artistica di Elisabetta Ursella – dà appuntamento alla sala parrocchiale di Qualso, oggi alle 21, con le proiezioni delle pellicole di Riedo Feruglio. Domani invece la carovana si sposterà, sempre alle 21, nella sala della Casa della Gioventù, a Santo Stefano di Buja, dove saranno proiettati i “filmini” di Tarcisio Baldassi, nato e vissuto proprio nella cittadina collinare.
REANA – A Qualso la serata inizierà con il quarto episodio del documentario “Ho VIsto Un Re”, che racconta i due anni di permanenza del Re Vittorio Emanuele III nel Friuli della Grande Guerra. La serata proseguirà con un filmato sulle Gite del dopolavoro di Adegliacco tra il ’50 e il ’60: volti di persone che a Pasquetta o nella giornata del I Maggio in sella alla loro bicicletta, accompagnati da musicisti, giungevano nei paesi del Friuli dove improvvisavano merende con canti e balli, nei prati, piazze e strade. Matrimoni, racconterà invece il cambiamento della celebrazione tra il 1950 e il 1970. Campeggio ci accompagnerà nella Carnia e nella vicina Austria seguendo gruppi di giovani alla scoperta della natura in estate. In chiusura sarà proiettata la pellicola La Mia Famiglia di Riedo Feruglio: autodidatta appassionato tanto della cinepresa quanto del suo paese, Feletto Umberto, e della sua gente, che ha immortalato negli anni documentandone la vita e i cambiamenti. Feruglio sarà premiato nella serata di Reana con una targa alla carriera che verrà consegnato alla nipote Wanda Feruglio. «Riedo aveva una grande sensibilità, una notevole tecnica cinematografica ed era mosso da un infinito amore per la sua gente», ha spiegato il regista Massimo Garlatti-Costa, che da sempre sostiene come nelle bobine recuperate e girate da videoamatori, dal dopoguerra ad oggi, si possano trovare delle vere e proprie gemme, come appunto quelle di Riedo Feruglio.
BUJA – A Santo Stefano domani sarà possibile ammirare Acqua e Uomini, Sagre di Primevere, Venezia e Vacanze in Laguna, alcune delle pellicole che raccontano il Friuli a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, realizzate da un film maker ante litteram, Tarcisio Baldassi. Classe 1899, come tanti friulani dovette emigrare da adolescente per lavorare in Austria, Romania e Francia. Nel 1927 inizià l’attività fotografica
che lo porterà a immortalare il Friuli con grandissima sensibilità e maestria. L’attività fotografica di Baldassi è stata portata avanti dai figli Antonia, Daria e da Alvio che segue le orme del padre e che testimonia con la propria maestria e conoscenza il cambio culturale e storico del Friuli della fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo. Tarcisio Baldassi non fu solo fotografo ma si cimentò anche nell’immagine in movimento, fu pioniere delle pellicole in formato ridotto e iniziò, affiancato dal figlio Alvio, con una cinepresa acquistata a Vienna. Tra il 1956 e l’inizio degli anni ’60 Tarcisio Baldassi realizzò una serie di cortometraggi e di documentari che sono stati riportati alla luce quest’anno proprio per l’edizione 2020 del festival “Cinema di Famiglia”. Baldassi filmava con un occhio incredibilmente moderno e sintetico, capace di fissare sulla pellicola la realtà che osservava. Il regista Massimo Garlatti-Costa, organizzatore del Festival, si dice stupito e emozionato nel vedere le capacità filmiche e di narrazione, «Tarcisio riusciva a plasmare la realtà di fronte a lui, in pochi minuti raccontava una storia che si muoveva tra il film documentario e la fiction, sintetico e essenziale e con una grande sensibilità dell’immagine». Il Festival ha voluto riconoscere una targa all’attività della famiglia Baldassi, per quanto Tarcisio e Alvio hanno saputo raccontare con le loro fotografie e con i filmati.
Il FINALE – L’ultimo appuntamento dell’edizione del 2020 sarà nella sala parrocchiale a Basaldella di Campoformido, domenica 25 ottobre, alle 17. Le serate saranno accompagnate da Gianluigi Patruno che ha seguito il progetto fin dalla sua nascita come copywriter. L’entrata agli spettacoli sarà libera, fino al raggiungimento della capienza massima dei posti, nel rispetto delle norme per il contenimento del Covid-19 e delle disposizioni di sicurezza. In caso di maltempo le proiezioni all’aperto saranno rinviate a nuova data. Per ulteriori informazioni si consiglia di seguire la pagina Facebook del Festival (https://www.facebook.com/cinemadifamiglia/) o di chiamare il numero 3516658545.
IL FESTIVAL – Cinema di Famiglia nasce con l’obiettivo di valorizzare e promuove la cultura del filmato amatoriale in pellicola realizzato dal dopoguerra alla fine degli anni ’70. I vecchi Super8 e 8mm sono oggi importantissimi strumenti per comprendere la storia recente e i cambiamenti che la società ha subito nella seconda parte del secolo scorso. Si tratta infatti di archivio cinematografico che al momento non è ancora considerato “d’autore” ma, proprio per questa sua origine, è vero, spontaneo e genuino, e di grande valenza “etnografica”. Il Festival Cinema di Famiglia, fin dalle sue origini, nel 2012, si è dimostrato un grande catalizzatore di curiosità e di voglia di riscoprire un mondo che fa parte del passato recente ma che apre nuove prospettive per raccontare e riproporre la storia della nostra cultura e civiltà.
IL MATERIALE – Nel reperimento del materiale sono stati coinvolti privati cittadini, associazioni, gruppi culturali e sportivi, enti, sempre di concerto con le Amministrazioni comunali e in collaborazione con le realtà del territorio, in maniera tale da coinvolgere il più attivamente possibile la cittadinanza. “Cinema di Famiglia” è infatti un progetto della Comunità a favore della sua memoria storica. Il materiale raccolto, debitamente selezionato e catalogato secondo criteri tematici temporali e qualitativi, è stato convertito attraverso una scannerizzazione a singola immagine in formato video digitale e infine inserito in un archivio digitale che già ospita decine e decine di ore di filmati. Le riprese sono state digitalizzate con le più moderne tecniche. Dopo la catalogazione, le pellicole sono state restaurate e scannerizzate fotogramma per fotogramma. È seguita la color correction, la correzione colore, per riportate le immagini all’antico splendore. I filmati sono quindi stati archiviati. Le pellicole originali sono conservate in ambienti dedicati e rispettosi delle norme di sicurezza e di salvaguardia della loro integrità.
HO VISTO UN RE – Ciascuno degli appuntamenti in calendario si aprirà, come dei cinegiornali di una volta, con la presentazione di un episodio inedito del documentario storico sulla Grande Guerra “Ho visto un Re”, per la regia di Massimo Garlatti-Costa. La serie narra come Torreano di Martignacco sia diventato centro politico e culturale, ospitando dal 1915 al 1917, il Re d’Italia Vittorio Emanuele III e la sua corte. Attraverso il diario di guerra dell’aiutante di campo del Re, il colonnello, conte, Francesco degli Azzoni Avogadro, sarà possibile ripercorrere i momenti più significativi ma anche i più singolari e meno conosciuti della Grande Guerra in Friuli. Il documentario è stato prodotto da Belka Media e Raja Films, realizzato con il sostegno del Fondo Audiovisivo FVG, FVG Film Fund – Friuli Venezia Giulia Film Commission e con la collaborazione della Cineteca del Friuli.
INFO: www.cinemadifamiglia.it | https://www.facebook.com/cinemadifamiglia | 351.6658545
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In copertina e all’interno cinque fotogrammi di filmini di Tarcisio Baldassi e Riedo Feruglio.