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(g.l.) Con l’opera “L’atleta” la scultrice Elena Clelia Budai ha vinto la prima edizione del Premio Midolini. Il riconoscimento le è stato consegnato dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso della cerimonia che si è svolta nell’area dell’ex comprensorio industriale Ifim, alla quale ha preso parte anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, unitamente al sindaco di Udine Pietro Fontanini.


Il Premio – come informa Arc – trova il sostegno della Regione Fvg proprio in quanto si inserisce appieno nei progetti di recupero e valorizzazione di aree dismesse che l’Amministrazione regionale intende presentare all’Unione europea nell’ambito della prossima programmazione comunitaria.
Un simbolo anche dell’impresa friulana che guarda avanti e pensa alla centralità della persona in funzione del benessere della comunità, attraverso la formazione dell’individuo che si nutre anche dei valori dell’arte e della cultura. Promosso da Raffaella Midolini in memoria del padre, il capitano d’industria e mecenate Lino Midolini – il cui nome resterà legato alle Fornaci di Manzano e in particolare a quel gioiello, la Balsameria, divenuto famoso per l’inimitabile Asperum -, il Premio intende avviare un innovativo progetto di accademia e polo artistico. La riqualificazione dell’area sulla riva del torrente Torre, in passato sede di un impianto di smaltimenti rifiuti, restituirà alla città di Udine un parco metropolitano, con piste ciclabili e colonnine per ricariche elettrice. L’obiettivo finale è quello di trasformare la zona in un Museo a cielo aperto e nella sede di eventi culturali con un’esposizione permanente delle opere.

Oltre a quello alla Budai, sono stati consegnati un secondo e un terzo premio alle opere degli artisti Marco Ciani e Marina Battistella. La rosa degli artisti è stata poi completata da Fabio Comelli, Marco Mantesso, Elena Cossetto, Graziella Ranieri, Massimo Poldelmengo, Bepi Fattori e Maria Grazia Collini. Tutte le opere, come ha spiegato la curatrice Valentina Azzini, sono state create dal riuso di materiali di scarto recuperati nell’ex complesso industriale prima della pandemia. Proprio l’imposizione del lockdown ha impresso un significato più profondo alla ricerca della simbologia della rinascita insita nella finalità originaria del Premio.
La giuria era composta da Barbara Cappello, artista, curatrice, critica e presidente Fida Trento (Federazione Italiana degli Artisti); Vania Gransinigh, dottore di ricerca di storia dell’arte contemporanea e direttrice della Casa Cavazzini, il Nuovo Museo di Arte Contemporanea di Udine; Maurizio Scudiero, storico dell’arte e critico internazionale; Boris Brollo, direttore della galleria ai Molini di Portogruaro nonché direttore della galleria Space “Mazzini” a Lugugnana, curatore e critico d’arte; Giancarlo Caneva, artista e vincitore della Targa d’oro nel 98 per l’attività artistica in Italia.

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In copertina, un momento della cerimonia e all’interno il presidente Fedriga mentre premia Elena Clelia Budai, prima classificata; di seguito tutte le opere presentate.

 

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