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“Musica fragile” è il nuovo album di Emanuele Filippi, il secondo della sua produzione, un capitolo importante nella carriera di questo giovane pianista e compositore sempre più all’attenzione della scena nazionale e internazionale. È un disco che vince alla grande in partenza, selezionato dal programma “Per chi crea” promosso da Mibact e Siae che hanno votato “Musica fragile” quale miglior prodotto creativo. Registrato e prodotto negli studi Artesuono di Stefano Amerio, che da trent’anni intuisce e promuove le nuove realtà offrendo il massimo dell’audio editing, il disco verrà presentato in prima assoluta venerdì 18 settembre al Teatro Luigi Bon di Colugna secondo due set: il primo alle 19 e il secondo alle 21 (simularte.it).
«“Musica fragile” è nato a New York durante la mia permanenza artistica nella “grande mela” – ci racconta Filippi -, ma l’ho sviluppato e registrato a casa, in Friuli, potendo contare sulla collaborazione di grandi professionisti. Oltre agli amici che lo hanno registrato con me: Cosimo Boni alla tromba, Nicola Caminiti al sax alto e al flauto, Marco Bolfelli alla chitarra elettrica e Roberto Giaquinto alla batteria, un riconoscimento speciale lo devo ad Amerio per le sue straordinarie capacità in produzione e sound engineering, e a Glauco Venier che mi ha seguito firmando col suo genio la produzione artistica».

Sono dodici le tracce di “Musica fragile”, un titolo che tradisce la forza di questo album che ha classe, carattere, raffinatezza ed energia. Un titolo che nasce da una riflessione del compositore intorno agli stati emotivi nei connubi con l’atto creativo. «Penso che la fragilità sia una condizione importante nella formazione della persona. Non è bene secondo me nasconderla o negarla. Riconoscerla aiuta a capire sé stessi e gli altri. La chiave della musica in questo senso, mi ha permesso attraverso la fragilità di entrare in mondi meravigliosi altrimenti preclusi».
Padrini del disco sono due nomi di grido nel panorama contemporaneo internazionale: il trombettista Enrico Rava e il pianista americano Fred Hersch che hanno commentato l’album con pensieri dedicati nel booklet. Il primo, tra l’altro, scrive: «Un equilibrio raro, un grande rispetto per il suono e il piacere di suonare insieme solo le note necessarie. Una bellissima sorpresa per me che conoscevo le notevolissime doti pianistiche di Emanuele ma ignoravo la sua capacità di comporre e di organizzare la musica». Hersch dal canto suo scrive: «Un disco indubbiamente delicato, ma al contempo profondo e forte. Si rivela come una serie di bellissimi brevi racconti musicali, suonati magistralmente con precisione e passione».

Nulla di più vero per questo album sensibile e di squisito ascolto che mette certamente del nuovo nelle maglie del jazz contemporaneo, in virtù del talento di questo artista ventenne con già alle spalle una brillante carriera di studi, in pianoforte classico e jazz, premi e riconoscimenti internazionali, oltre che collaborazioni con le star del jazz, come recentemente con Fabrizio Bosso in un superlativo concerto a Udine.
“Musica fragile” sarà disponibile in occasione della sua presentazione a Udine il 18 settembre, sul sito artesuono.it e nei principali digital store come Spotify, Amazon, Deezer, I Tunes, mentre la distribuzione del cd fisico è affidata a Ird International.

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In copertina, Emanuele Filippi a New York; all’interno mentre siede al pianoforte, i protagonisti del nuovo album e la sua cover.

 

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