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di Mariarosa Rigotti
Un nuovo viaggio “virtuale” a Parigi per gli appassionati d’arte anche friulani per ammirare la rassegna “Cezanne et les maîtres rêve d’Italie” (Cézanne e i Maestri. Sogno d’Italia) che è aperta fino al 3 gennaio. E vista l’impossibilità di spostamenti dovuti al Coronavirus, tutti gli interessati potranno compiere questo nuovo “viaggio” nella capitale francese – domani, sabato 12 dicembre, dalle 18 -, stando comodamente a casa, davanti al computer. La proposta arriva dopo quella di un paio di settimane fa al Centro Pompidou, quando ci fu l’opportunità di ammirare la mostra “Matisse come un romanzo”, che celebrava i 150 anni dalla nascita dell’artista, accompagnati da Sophie Amory, professoressa di storia dell’arte che insegna all’Ecole du Louvre e che vive proprio nella metropoli d’Oltralpe; anche in questa occasione la visita sarà possibile guidati, nella nostra lingua, dall’esperta.
L’artista in un autoritratto.
La rassegna, divisa in due sezioni, è ospitata al Musée Marmottan-Monet, che è dedicato all’Impressionismo e all’arte francese dell’800, mentre la sua origine la si deve allo storico d’arte Paul Marmottan che, nel 1932, donò all’Académie des beaux-art il suo palazzo con le collezioni d’arte rinascimentale e napoleonica. In mostra ci sono sessanta opere concesse da collezioni pubbliche e private. E in questa occasione per la prima volta l’opera dell’artista di Aix-en-Provence – città dove nacque nel 1839 e morì nel 1906 – viene confrontata con i capolavori dei più grandi maestri italiani dal XVI al XIX secolo.
Tra le collezioni private, la Fondazione Cariplo che partecipa alla rassegna parigina con due opere della sua Collezione d’arte: “Paesaggio” del 1922 di Ottone Rosai e “Veduta serale del Poggio” del 1952 di Ardengo Soffici. Come ricordano dalla stessa istituzione lombarda, Cézanne pur non avendo mai visitato l’Italia venne profondamente influenzato dall’arte del nostro Paese e, più in generale, dalla cultura latina (amava tanto leggere Virgilio), tanto da farne un modello d’ispirazione costante nella sua pittura. La rassegna si propone, quindi, di ripercorrere le corrispondenze fra la tradizione italiana e la ricerca dell’artista francese attraverso un itinerario scandito dalle sessanta opere proposte.
Sophie Amory
Anche Sophie Amory evidenzia che Paul Cézanne non viaggiò mai nel Belpaese, ma che si ispirò ai grandi maestri italiani del ‘500 e ‘600 e poi si richiamò ad artisti del ‘900. Nell’occasione, suoi capolavori sono messi a confronto con opere di maestri quali Tintoretto, Boccioni e Morandi. Cézanne scoprì e studiò i maestri italiani nelle numerose visite al Louvre e ai musei che era abituato a frequentare, riflettendo sia sui capolavori della pittura veneziana che sulle opere della scuola napoletana. Inoltre, la storica dell’arte ricorda che Cézanne maturò la sua riflessione anche grazie a Bassano e al suo ritratto di Antonio da Ponte e che drammatizzò le sue opere grazie proprio a Tintoretto, lavorando altresì sul chiaroscuro della scuola napoletana ed elaborando i suoi paesaggi nella rilettura delle vedute romane di Nicolas Poussin. C’è, poi, una seconda parte della mostra che analizza l’influenza che Cézanne ebbe a sua volta sugli artisti italiani dell’inizio del ‘900, con opere di Boccioni, Carrà, Morandi.
Una nuova proposta dunque di sicuro interesse, anche per i visitatori virtuali del Friuli Venezia Giulia. Va così ricordato che la conferenza sarà fatta tramite la piattaforma Zoom; per partecipare è richiesto un contributo di dieci euro, mentre per le iscrizioni occorre rivolgersi a sophie.amory@club-internet.fr
Da Cézanne e Sironi.
In copertina, ecco una celebre opera di Paul Cézanne che presenta la grande mostra in corso a Parigi.